lunes, 7 de enero de 2013

instilando-ideologías


"Ho evidenziato le lacune delle vecchie amministrazioni, con debiti fuori bilancio, ho messo mano ad abitudini poco ortodosse che c'erano negli uffici, ma non avevo messo in conto di rischiare la vita". Così il sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Barile, del Popolo della Libertà, spiega l'escalation di intimidazioni e minacce che lo ha per protagonista da oltre un anno, allorquando, nel dicembre del 2011, i bulloni di tre ruote della sua auto vennero allentati da sconosciuti. Due settimane fa, la notte di Natale, l'incendio della casa di villeggiatura. Poi un furto in casa della madre: "Per i fatti dello scorso anno – afferma Barile -  non si e' saputo nulla. E inoltre le misure di sicurezza adottate per me non sono state sufficienti - denuncia ancora Barile - Dopo l'incendio, che ci ha lasciato molto scossi, avevo chiesto una macchina dei carabinieri che stazionasse davanti alla mia casa durante la notte. Fino ad ora l'auto c'e' stata ma non interamente dedicata a questo servizio: se e' necessario intervenire per altre emergenze lascia la postazione. A oggi, non mi ha convocato nessuno. Qualche giorno fa mi sono presentato in prefettura, insieme ai consiglieri comunali, ma il prefetto non c'era e siamo stati ricevuti dal viceprefetto. Ho lamentato il fatto di non avere avuto risposta adeguata alle mie richieste. Secondo loro le misure adottate sono sufficienti. Ho detto che a queste condizioni io non ci sto. Sono psicologicamente provato. Mi prendero' qualche giorno per decidere. Al di la' delle risposte, potrei anche mollare".

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